Serata di grande musica e contaminazioni tra jazz classica e suoni della tradizione popolare, quella di mercoledì 17 luglio (ore 21.30) alla Rocca Sforzesca di Imola. Trascinati dall’entusiasmante fisarmonica di Richard Galliano, qui in veste di compositore e solista, affiancato dai suoi amici e colleghi musicisti – il Quintetto de I Solisti Aquilani e il flautista Massimo Mercelli – ci lasciamo guidare attraverso epoche lontane, affascinati dalla musica senza tempo di Vivaldi e Bach in dialogo con la musica del presente.
È Contrafactus (2000) per flauto e archi di Giovanni Sollima ad aprire la serata, coi suoi tre movimenti: lento, ritmico, moderato. Il titolo si riferisce alla prassi medioevale della contraffazione e il brano, basato su un frammento della venticinquesima variazione delle Goldberg di Bach, trae ispirazione dalla lettura del geniale saggio Gödel, Escher, Bach: un’eterna ghirlanda brillante (Adelphi) del filosofo Douglas Hofstadter. Contrafactus ci conduce, a detta dello stesso Sollima, in un autentico ‘delirio pseudobarocco’.
Si passa al barocco autentico con il Concerto in la minore per violino e archi di Bach trascritto per fisarmonica: qui lo strumento di Galliano si presenterà in veste concertante, rivaleggiando cioè in bravura con gli altri interpreti.
In programma anche Jade, per flauto, fisarmonica e archi, scritto dal visionario Richard Galliano su commissione ERF, e dedicato – come Contrafactus – a Massimo Mercelli. Scritto pensando alla volubilità del flauto, il concerto è modellato sul virtuosismo e sul suono affascinante del suo primo interprete e dedicatario. “Il primo movimento è un valzer ‘New Musette’, tinto di jazz e di swing” spiega Galliano “Il secondo, una pavana – metamorfosi di un’antica danza di corte -, esplora il suono soave del flauto basso e l’evocazione poetica di una malinconica melodia parigina. Immaginiamo sullo sfondo le più suggestive vedute di Parigi: Montmartre, le rive della Senna. Il terzo è un movimento perpetuo alla maniera del chorinho (un genere della musica strumentale tradizionale brasiliana) che sfrutta appieno sia il virtuosismo sia il ritmo, e mette in luce tutti i possibili dialoghi tra il flauto e gli archi. Jade è un’ode alla gioia di vivere, all’allegria, alla felicità.”
A seguire un altro brano del maestro francese, il suggestivo Opale per fisarmonica e orchestra d’archi e subito dopo il celebre concerto L’estate per violino, archi di Vivaldi. Chiude la serata un grande classico, il malinconico Oblivion di Astor Piazzolla – vincitore di un Grammy Award nel 1993 – nella sua declinazione per fisarmonica e archi.