Quartetto in residence dell’Emilia Romagna Festival, il Callisto Quartet è nato nel 2016 in seno al Cleveland Institute of Music, per volontà di quattro giovani strumentisti che condividono la passione per la musica da camera. L’anno scorso si sono aggiudicati il Primo Premio e la Medaglia d’oro al prestigioso Fischoff National Chamber Music Competition 2018, tra i concorsi di musica da camera più importanti al mondo.
La formazione si potrà apprezzare in quattro date, in sedi molto diverse fra loro: il 25 luglio (ore 21) al Chiostro del Convento dell’Osservanza di Imola, il 26 luglio (ore 21.15) nell’Abbazia di Pomposa, il 29 luglio (ore 21) al museo Carlo Zauli di Faenza e infine il 30 luglio (ore 18) nella Business Lounge dell’Aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna. Così come sono diversi i luoghi che li ospiteranno, così vario è il programma che il quartetto ci offre.
A Imola e Pomposa, il concerto si apre con il Quartetto op. 77 di Haydn frutto della sua ultima stagione creativa, stupefacente per intensità e scorrevolezza, come se il compositore, lasciatosi alle spalle ogni tipo di preoccupazione tecnica e stilistica, avesse conquistato un nuovo livello di libertà espressiva. A seguire un compositore proteso verso nuove modalità d’ascolto e verso il tardo romanticismo, Antonin Dvoràk che fu anche un attento studioso del folclore boemo. ll più celebre dei suoi Quartetti, l’op. 96, nacque nello Yowa: è soprannominato “Americano” per il luogo di composizione e per l’influenza del folclore statunitense, come la Sinfonia “dal Nuovo Mondo”. Ancora in America ebbe una lunga gestazione il Quartetto in la bemolle maggiore op. 105, che si ascolterà nell’interpretazione del Callisto Quartet: dopo gli anni 1892-1894 trascorsi a New York, l’op. 105 fu terminata in seguito a Praga. In essa Dvoràk trova una sua nuova, distintiva cifra stilistica manifestando ancora una volta il profondo legame alla terra d’origine.
A Faenza, il brano di apertura è il magnifico Entr’acte della violinista, cantante e compositrice americana Caroline Shaw (nata nel 1982, Pulitzer Prize per la musica nel 2013). Il brano nasce nel 2011 dopo l’ascolto del Quartetto di Haydn, op. 77 n. 2, interpretato dal Brentano Quartet. Segue il Quartetto n. 1 di György Ligeti Metamorfosi notturne (1953–54) che fu potentemente ispirato dalla conoscenza delle partiture del terzo e quarto quartetto dell’ungherese Béla Bartók, opere “pericolose” che non erano eseguibili in sala da concerto poiché censurate dal regime comunista. La vicinanza musicale tra quest’opera di Ligeti e quella di Bartók è tale che le Metamorfosi notturne vennero definite dal collega compositore György Kurtág “il settimo quartetto di Bartók”. Si chiude con il Quartetto op. 95 cosiddetto “serioso” di Beethoven: l’appellativo, apposto dal compositore sull’autografo, si deve alla severità del contenuto musicale dell’opera, che sopprime tutto ciò che è superfluo.
A Bologna, il concerto si apre sempre con il Quartetto n. 1 di György Ligeti Metamorfosi notturne, e si chiude ancora una volta con il Quartetto op. 95 “serioso” di Beethoven.