Al nome di Ennio Morricone quasi inevitabilmente la prima cosa che viene in mente sono gli Oscar, quello alla carriera ricevuto nel 2007 per la meraviglia e la straordinario valore artistico delle sue oltre 500 colonne sonore, e quello del 2016 per la migliore colonna sonora per “The Hateful Eight” di Tarantino, dopo aver ottenuto 3 volte il Golden globe e 6 il Bafta, oltre al Leone d’oro alla carriera a Venezia nel 1995 e tantissimi altri premi e riconoscimenti.
Ma il grande Maestro non si è limitato a concepire suggestive colonne sonore. Forse meno persone sanno che alcune delle canzoni più celebri degli anni Sessanta (come Se non avessi più te o Se telefonando o ancora Sapore di sale) devono il loro status di intramontabili non solo e non tanto all’esecutore, alle parole o alla musica ma soprattutto agli arrangiamenti, in alcuni casi veri capolavori del genere, proprio di Morricone.
Insomma Morricone era un grande compositore con una solida formazione musicale, aveva infatti studiato al Conservatorio di Santa Cecilia, a Roma, dove si era diplomato in tromba.
Non è quindi un caso che a lui sia stata affidata la Cantata per celebrare il millenario di uno dei monumenti più suggestivi di Romagna, la Cattedrale di Sarsina, meta ancora oggi di visitatori e pellegrini da ogni parte del mondo. Il 25 agosto 2008 il grande maestro presentò in prima assoluta mondiale “Vuoto d’anima piena – Cantata mistica per il millennio della Cattedrale di Sarsina“, dirigendo personalmente questa sua intensa partitura per coro, orchestra da camera, pianoforte e flauto, commissionatagli per l’occasione dal Comitato delle celebrazioni per il millennio, per il tramite di Emilia Romagna Festival. Al flauto solista in quella occasione e nelle successive in cui il brano fu eseguito, il nostro direttore, Massimo Mercelli, per il quale il grande maestro scrisse anche il Notturno Passacaglia che l’11 ottobre 2020, suonerà, in sua memoria, al Teatro alla Scala.
Vuoto d’Anima Piena definita dallo stesso Morricone, come la sua ultima grande opera, è una preziosa partitura del compositore romano su testo mistico di Francesco De Melis. Si tratta dell’ultima opera religiosa del Maestro nell’ambito della musica assoluta ed è per la precisione una cantata mistica “in tre navate”, pensata e scritta appositamente per essere eseguita all’interno delle cattedrali. L’organico è particolare: prevede, oltre al coro, due pianoforti e un flauto traverso di legno, gli archi, cinque trombe, cinque tromboni, cinque corni e cinque percussioni, con specifiche funzioni-dislocazioni all’interno delle navate. L’opera si ispira alla tradizione mistica cristiana, specie quella medievale renana, con escursioni interreligiose nelle metafore della mistica di tutto il mondo.
Il ricordo di quella prima esecuzione assoluta all’interno della bellissima Basilica Cattedrale di Sarsina, ci riporta ancora delle emozioni uniche e irripetibili.
Grazie Maestro!