Martedì 11 agosto (ore 21.00) la piccola frazione di Tossignano dall’alto del suo sperone proteso sulla vallata del Santerno, ospiterà, direttamente in arrivo da Montecarlo, gli Aïghetta Quartett con La chitarra: tra classico e popolare, un programma incentrato sulle caratteristiche eccezionali di questo strumento.
L’Aïghetta Quartett – formazione composta da quattro chitarristi, François Szonyi, Alexandre Del Fa, Philippe Loli e Olivier Fautrat – da oltre trent’anni sfida la critica musicale sul fronte dello stile e dei generi, presentando un ensemble che si sottrae con intelligenza alle definizioni e proponendo all’ascolto percorsi inconsueti, a tratti geniali.
In occasione de La chitarra: tra classico e popolare, si potranno ascoltare brani apparentemente distanti ma che si combinano tra loro creando un insieme armonioso: dall’Ouverture del Barbiere di Siviglia di Rossini alla Carmen di Bizet, dal quartetto di Carulli alle Due canzoni da L’opera da 3 soldi di Kurt Weill, passando per un Tango di Philippe Loli, un Senso di Olivier Fautrat, attraverso un Fuego sempre di Loli.
L’Aïghetta Quartett è come “il canto di un uccello a quattro teste”: così lo definì Anthony Burgess, autore della colonna sonora più sorprendente di tutti i tempi, quella di Arancia Meccanica, colpito dall’affiatamento perfetto, dall’armonia musicale e dallo stile innovativo.
Fondato a Montecarlo nel 1979, l’Aïghetta Quartett sbocciò definitivamente nel 1982, lanciato nella carriera internazionale grazie all’interpretazione del Concerto Andaluso di Joaquin Rodrigo, con la partecipazione dell’Orchestra Filarmonica di Monte Carlo. Da allora seguirono varie tournée in Francia, Germania, Inghilterra, Italia e Ungheria, con la partecipazione a numerosi programmi televisivi e radiofonici.
Formato da duttili e virtuosi professionisti, da quei primi tempi l’Aïghetta Quartett non ha interrotto la propria carriera, continuando a suonare negli auditori più prestigiosi e nei festival più gettonati d’Europa, incoraggiata da artisti come Henryk Szeryng, György Cziffra e Riccardo Chailly.
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