Martin Kasik è un pianista ceco di straordinario talento. Ha iniziato a suonare il pianoforte all’età di 4 anni e nel 1999 è stato il vincitore di uno dei più prestigiosi concorsi del mondo: il New York Young Concert Artists Competition. Sarà lui, venerdì 7 agosto alle ore 21 (Imola, Palazzo Tozzoni) il protagonista del concerto dal titolo “Sotto la luna, tace, il rumore della folla.

In questo programma pianistico apparentemente eterogeneo, con 3 autori molto differenti tra loro per epoca e stile – Beethoven, Prokofiev e Ravel – c’è invece un trait d’union molto specifico e molto interessante, che un bravo e attento pianista come Martin Kasik ha cavalcato sapientemente.

Tutti i brani si rivolgono nella loro forma compositiva decisamente al periodo classico o comunque a forme musicali del passato. Il pianista cêco propone in apertura il simbolo del classicismo musicale pianistico, Ludwig van Beethoven, con due celeberrime sonate – la “Sonata al chiaro di luna” e la Sonata in mi bemolle maggiore op. 81 – e lo propone proprio come un esempio a cui i due compositori successivi, Ravel e Prokofiev, fanno riferimento.

Il francese Ravel, con la sua famosa Pavane pour une infant défunte (e il termine pavane chiarisce in modo evidente il riferimento al passato) e la sua sonatine, e il compositore russo Prokofiev, con due brani proprio del suo periodo “neo-classico”, il preludio in do maggiore, tratto dai 10 pezzi per pianoforte op 27 (opera di studente di conservatorio) e la sua sonata n 3 in la min.

Tutti e due questi autori si allontaneranno poi molto da questo stile iniziale, facendo intendere però molto bene da dove sono partiti e quanto valido sia stato per loro lo studio dei classici.