Conosciuta in antichità come “Neroma” e in seguito “Caput Gauri”, Codigoro prende il nome dal fiume Goro che insieme al Volano rappresentavano le prime risorse idriche su cui fondare la ricchezza e la crescita della cittadina. Meta di pescatori e cacciatori, la sua storia risale intorno al IX secolo, quando fu proprio la comunità dei Benedettini ad avviarne la crescita demografica. Il territorio della Pomposa era il luogo su cui si avviarono i primi insediamenti ed è di quell’epoca la costruzione dell’Abbazia omonima che diede subito un grande prestigio alla città. Verso la metà del 1100 i canali circostanti e le grandi risorse idriche vennero meno, tanto da diminuire gli interessi di conquista da parte del ferrarese e degli stessi Benedettini che abbandonarono le terre. Un primo tentativo di bonifica risale intorno al 1464 mentre è verso la fine dell’800 la costruzione di un primo impianto idrovoro che vide il prosciugamento di molti ettari di terreno, intervento grazie al quale la città riprese il suo definitivo sviluppo e che vede ora le sue terre totalmente immerse nella stabilità della Pianura Padana, all’interno del Parco Regionale del Delta del Po.

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Sala delle Stilate dell’Abbazia di Pomposa

Il complesso pomposiano è costituito oggi dalla chiesa abbaziale di Santa Maria con campanile, la sala capitolare, il refettorio, la cosiddetta “Sala delle Stilate” e il dormitorio (oggi Museo Pomposiano) che descrivono l’ambito del chiostro, mancante del lato ovest; comprende inoltre il palazzo della Ragione e il recinto del cimitero dei frati situato a nord della chiesa.

La “Sala delle Stilate”, considerando l’articolazione dello spazio conventuale che fa capo al chiostro, è un vano anomalo e di destinazione incerta: di solito nei conventi il luogo dove è ubicata la sala era riservato al parlatorio e le dimensioni e la struttura riconducono invece ad un magazzino, il quale nel corso dei secoli successivi sarebbe stato ingombrato di muri di divisione e separazione funzionali alle nuove esigenze d’uso. La tecnica costruttiva è a pilastri lignei controventati accompagnati da tamponature che sorreggono un doppio ordine di travi ed un semplice tavolato. Proprio l’utilizzo di questa tecnica costruttiva, documentata nell’area ferrarese e bolognese nei secoli precedenti al XIV, mette in dubbio le reali funzioni della sala: se la struttura lignea fosse stata costruita con l’intenzione di tamponare gli spazi avrebbe avuto maggior semplicità di forma, senza la rastremazione del pilastro ed il plinto in pietra; inoltre la struttura risulta rustica se messa a confronto con tutte le altre carpenterie lignee dello stesso periodo superstiti nel convento, lavorate in modo raffinato e dotate di decorazioni secondo il gusto e l’uso del momento.

Il perché di un magazzino in questa posizione privilegiata, nel primo e più importante chiostro tra ambienti raffinatamente decorati rimane non chiaro. Purtroppo neppure i lavori di restauro di fine ‘900 forniscono una risposta a questo interrogativo, anzi ne sollevano altri rilevando un’incongruenza tra le fondamenta ritrovate e i muri segnalati nei disegni.

Indirizzo

Sala delle Stilate dell’Abbazia di Pomposa: via Pomposa Centro, 12 S.S. 309 Romea – 44021 Codigoro (Fe)

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