Giovedì 9 settembre il Museo Carlo Zauli di Faenza, dedicato ad uno dei più rappresentativi scultori del Novecento, ospita il progetto Sound in Space di Maurizio Barbetti e Francesco Cuoghi. Una serata omaggio alla produzione di Karlheinz Stockhausen, tra i compositori più all’avanguardia del XX secolo, e alla sua fascinazione per il fenomeno del suono nello spazio acustico.

Con Sound in Space la ricerca del compositore tedesco sul fenomeno musicale legato alle interferenze sonore delle radiazioni elettromagnetiche e alla totale eliminazione della notazione musicale, è posta in relazione alla produzione di Brian Eno, considerato l’inventore dell’ambient music, e al suo brano Music for Airports pubblicato a soli otto anni di distanza da Pole di Stockhausen (1970). Al centro del confronto semplicemente lo spazio dell’ascolto, i suoni che accompagnano la vita quotidiana e, nel caso specifico del brano di Eno proposto, la condizione psicologica dell’attesa in aeroporto. La semplicità apparente dell’opera di Eno concentra l’attenzione per l’ambiente d’ascolto, non la sala da concerto ma la grande hall dell’aeroporto, irradiata dal loop musicale e dagli echi degli altoparlanti – così come lo spazio ideale per Pole era il planetario sferico di Osaka.

A partire da queste due opere il programma, ideato per elettronica, viola elettrica e chitarra elettrica, si amplia per approfondire il lavoro di Riccardo Sinigaglia, le cui composizioni come Nove per nove nascono da un continuo mescolarsi di linguaggi, dalla musica elettronica e d’avanguardia al minimalismo e al jazz, passando per la musica araba ed ebraica, le poliritmie dell’estremo oriente e il richiamo della musica classico sinfonica, e di Paolo Geminiani con una prima per viola. Chiude il programma della sera Viola Zombie di Michael Daugherty, un ritorno alla dialettica strumentale, ma in chiave grottesca, mostrando che le ricerche (o le utopie) di Eno e Stochkausen per una nuova simbologia musicale sono state perfettamente assimilate.

Diplomati rispettivamente in viola e chitarra, Maurizio Barbetti e Francesco Cuoghi, portano sul palco con questo programma il loro interesse per la musica nuova e le possibilità sperimentali degli strumenti non tradizionali. Dal 1985 Cuoghi esegue opere con Live electronics con vari dispositivi elettroacustici e tramite l’utilizzo di software dedicati audio-video come Max5 e Csound, mentre Barbetti ha collaborato con lo sperimentale “Living Theatre” di New York.