Ramin Bahrami, cuore persiano scampato alla guerra, trapiantato in Italia a 13 anni per cercare salvezza, trasferito in Germania dal 2001, è considerato uno dei più interessanti interpreti bachiani al mondo. Ma lunedì 10 agosto (ore 21) al Chiostro del Carmine di Lugo, abbandonerà temporaneamente il suo amatissimo Bach, l’autore che gli ha portato una fama mondiale, per viaggiare attraverso tre secoli di musica, da Domenico Scarlatti a Beethoven, attraverso Chopin, Rachmaninov, Skrajbin, Mompou, Sibelius, e Liszt.

I brani i programmi sono tratti dal suo ultimo CD Malinconia, da cui anche il titolo del concerto, appena uscito per la celebre etichetta tedesca Decca. Malinconia è lo stato d’animo dell’essere umano che viene associato tipicamente all’artista, uno stato d’animo che spesso è evocato per l’ispirazione di grandi opere d’arte e composizioni. Da Aristotele alla moderna psicanalisi è un tema che ha attirato l’attenzione di scrittori, filosofi, artisti, poeti, scienziati, psicanalisti, registi.

Prendendo spunto dalla celeberrima incisione di Albrecht Dürer risalente al 1514, Ramin Bahrami disegna quindi un percorso musicale affascinante e intenso attraverso le immortali pagine scelte fra quelle dei più grandi compositori considerati “melanconici”.

Così, dopo aver ampiamente esplorato ed eseguito quasi esclusivamente il repertorio del genio di Eisenach, nel suo nuovo progetto il pianista iraniano si allontana per la prima volta dall’alveo bachiano per affrontare compositori diversi, anche molto distanti cronologicamente.

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