A grande richiesta, il sommo pianista iraniano Ramin Bahrami torna al festival – giovedì 27 agosto (ore 21.30), presso l’Arena San Domenico di Forlì – con le Variazioni Goldberg, l’opera-monumento del grande Maestro di Eisenach, padre della musica occidentale.

Incarnazione della summa delle tendenze musicali dell’epoca, creatore, per complessità e stile, di opere grandiose e immortali, Bach trovò il proprio completamento forse proprio con le Variazioni Goldberg, costruite con un’architettura perfettamente matematica, piena di simmetrie, rimandi e variazioni.

Le Variazioni furono scritte per allietare l’insonnia del conte von Brühl, il quale riuscì infine a spremerne un balsamo adatto ad allietare le lunghe ore notturne, grazie all’ascolto dell’opera eseguita dal mirabile Johan Goldberg, l’unico che sapesse affrontare le difficoltà della composizione con la dovuta maestria. Bach per comporle partì dal genere delle Variazioni, che fino ad allora non aveva avuto fortuna a causa della ripetitività di fondo, trasformandolo in un’opera modulare e grandiosa, capace di instillare lo stesso ideale di piacevolezza e perfezione incarnato dalle costruzioni progettate su proporzioni perfette.

Le Variazioni Goldberg sono forse le pagine di Bach che più di altre hanno contribuito alla scoperta del talento di Bahrami. Il grande pianista iraniano attraversa le trenta variazioni cercandone il respiro comune, con sereno equilibrio e limpida concentrazione. Quest’opera ha segnato nel 2004 il suo debutto con l’etichetta discografica Decca, e da subito ha manifestato la personale cifra espressiva di questo interprete, che non si abbandona all’enfasi del virtuosismo e cerca in Bach una natura profonda. Il Bach di Bahrami è l’ispirata descrizione, piena di speranza, di un mondo ideale.

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