Venerdì 11 novembre alle ore 21, eccezionale appuntamento con uno tra i più talentuosi giovani pianisti del panorama mondiale, Haochen Zang. Al ventiseienne cinese, la critica riconosce una rara “combinazione di magia, sensibile lirismo e forza ipnotizzante” che rendono questo appuntamento al teatro Ebe Stignani davvero imperdibile. Nel 2009, Haochen ha vinto la medaglia d’oro al prestigioso concorso internazionale pianistico “Van Cliburn” di Fort Worth, Texas, primo premio che gli ha aperto le porte dei più importanti palcoscenici del mondo.
Per questa speciale serata, il giovane talento propone un programma intimistico e di grande maturità in cui vengono dosati sapientemente virtuosismo e sentimento. Si inizia con le Kinderszenen op. 15 di Robert Schumann, tredici brevi pezzi per pianoforte – ritratti di piccole scene di vita familiare – composti nel 1838 dal genio di Zwickau.
Oltre l’apparente semplicità compositiva, le Kinderszenen celano una natura profonda, introspettiva, psicologica, per la grande malinconia che deriva dalla rapida perdita, nell’età adulta, della luminosa innocenza propria dei bambini. Sentimenti che Schumann sa esprimere con grande poesia.
Segue la Sonata n. 2 op. 35 in si bemolle minore di Fryderyk Chopin, composta tra il 1837 e il 1839, uno dei brani più eseguiti di sempre anche grazie alla celebrità del terzo dei quattro movimenti, noto come Marcia funebre, spesso rivista in trascrizione per banda nei cortei funebri di personaggi più o meno noti. Si tratta di un capolavoro che all’epoca, violando le regole scolastiche della forma sonata, scandalizzò non poco i contemporanei, primo fra tutti Robert Schumann, che pure in una sua celebre recensione ne sottolineò l’assoluta genialità.
Il concerto si concluderà con la Sonata n. 7 in si bemolle maggiore per pianoforte di Sergej Prokof’ev. Composta tra il 1939 e il 1942, la Sonata fa parte, insieme alla n. 6 e alla n. 8, del cosiddetto trittico delle “Sonate di guerra”, straordinarie pagine che per la loro gravità e per il periodo di composizione sono state lette come una sorta di interpretazione musicale dei terribili avvenimenti dell’epoca. Ma non solo: n. 7 in particolare, viene letta da alcuni musicologi come un atto di ironica provocazione verso il regime staliniano, che pure ne riconobbe la grandezza assegnandole nel 1943 il premio intitolato – ironia su ironia – proprio al dittatore sovietico.
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