Autoritratto n. 3: Massimo Valentini per SuMarte

Quest’anno ERF invita otto musicisti a partecipare ad un esperimento di autoritratto. Strutturato come un’intervista breve, una selezione di otto artisti diventano così i protagonisti di una ideale e contemporanea Factory Musicale Monteverdi, come se fosse stata creata dallo stesso musicista, compositore e alchimista dei suoni. Fu Monteverdi ad inventare la contaminazione dei generi, unendo il sacro al profano, mescolando nelle sue creazioni i gesti della danza con le parole e la musica, scoprendo forme di melodia come la conosciamo nella musica pop, portando la poesia e il teatro a unirsi in un mondo immaginario che trascende i confini nella musica, nelle forme leggere e gioiose di rappresentazioni musicali e di feste barocche. Con questo autoritratto abbiamo invitato Massimo Valentini per SuMarte a far parte della Factory Musicale Monteverdi ERF, rispondendo a quattro domande.

1. Quale composizione musicale di Monteverdi preferisci?

Due in particolare, molto diverse tra loro. Una del secondo libro di madrigali “Ecco mormorar l’onde”. L’altra, molto più “pop” (concedimi il termine) fa parte dell’ottavo libro di madrigali: “Lamento della Ninfa”.

2. Quale brano di Monteverdi rappresenta una fusione tra sacro e profano?

Sicuramente il “Vespro della Beata Vergine” è una delle composizioni di Monteverdi più innovative e rappresentative se parliamo di fusione tra Sacro e Profano. Diviso in 12 parti dove alcune non appartengono al rito liturgico: Duo Seraphim a 3 voci, l’Audi Coelum a 6 voci e la Sonata sopra Sancta Maria. Ritroviamo questa unione anche sulla “Selva Morale e Spirituale”, o sul “Pianto della Madonna”, dove, essendo quest’ultimo un rifacimento del Lamento di Arianna, si identificano le due esperienze.

3. Come pensi evolverà il futuro della musica sulla strada della creatività senza confini tracciata da Monteverdi?

La musica è così “grande” che non so dare una risposta certa riguardo alla sua evoluzione. Monteverdi ha aperto la strada ad una creatività musicale senza limiti, fondendo generi e forme artistiche. È su questo pensiero e su queste basi che ho sempre scritto la mia musica che mi piace chiamarla Jumble Music. Sono nato e cresciuto in Italia ma ho viaggiato e vissuto in Brasile, Argentina, Ungheria e Romania, assorbendo il folklore di questi paesi, ed è quindi inevitabile che mentre scrivo e suono tutti questi elementi si fondono. Va ricordato che la musica è un veicolo importante per esprimere le emozioni e lei sa quale via deve percorrere per arrivare all’anima delle persone. Quindi, spero che i futuri compositori e produttori seguano questa strada, continuando a sperimentare e mescolare stili, abbracciando nuove tecnologie e forme di espressione. Mi auguro di vedere una crescente ed intelligente fusione tra musica e altre arti: come il teatro, la danza, la tecnologia, la realtà virtuale e l’intelligenza artificiale. Un’esplorazione di nuovi linguaggi musicali: tradizioni musicali globali, nuovi strumenti e tecniche di produzione. Un’attenzione crescente all’interattività: l’ascoltatore diventerà sempre più partecipe nella creazione musicale, attraverso esperienze immersive e interazioni in tempo reale. In sostanza, il futuro della musica spero possa essere caratterizzato da una continua evoluzione e sperimentazione, come Monteverdi ha dimostrato secoli fa.

4. Suggerite una traccia dal vostro ascolto di musica quotidiana preferita. 

I miei ascolti musicali variano molto in base al tempo che ho ed al mio stato d’animo ma se proprio devo citare dei brani, ne cito tre

Avishai Choen (contrabbassista) Aurora

Milton Nascimento Eu Pescador

E dato che abbiamo parlato di fondere stili ed epoche, mi permetto di autodefinirmi e citarmi con un brano di Jumble Music tratta dal mio ultimo album “NUDO”.

Massimo Valentini Esperar

Autoritratto n.3 Massimo Valenti per SuMarte in collaborazione con Michela Giorgini e Giampaolo Marzi